Il Dipartimento di Chimica dell'Università di Pisa ha quantificato la resa e caratterizzato la composizione degli oli essenziali estratti mediante il reattore innovativo, sia da specie spontanee, Ruta di Aleppo, Assenzio Selvatico e Timo arbustivo, sia coltivate dalle aziende agricole partners del progetto, Lavanda, Rosmarino e bucce di arancia.
I risultati mettono in luce che, a parità di metodo di estrazione, la resa e la composizione degli oli essenziali dipendono da molti fattori ed in particolare dalla specie botanica, dall'età della pianta, dal periodo di raccolta, dalla modalità di coltivazione, dalla tipologia di terreno.
Quindi un’azienda agricola che voglia iniziare a produrre oli essenziali deve prima di tutto decidere per quali scopi vorrà proporre l’olio. Ad esempio, se vorrà ottenere un olio il più possibile ricco in composti profumati, rivolgendosi quindi più al mercato dei profumi o dell’aromaterapia, o più ricco in composti potenzialmente attivi in ambito farmaceutico o farmacologico, prediligendo quindi un’altra fascia di mercato.
Sarà poi necessario comprendere quali e quante variabili determinano la composizione voluta e in seguito controllarle attentamente per avere un olio con determinata composizione che si mantenga inalterata da lotto a lotto.
Abbiamo analizzato composizione e resa di olio essenziale di Rosmarino coltivato in diverse aziende e sottoposto o meno a stress idrico. I risultati preliminari sembrano indicare che non sia necessaria una innaffiatura frequente per ottenere una resa maggiore in olio essenziale.
Questo risultato se confermato, è importante sia dal punto di vista economico che ambientale.